RILEVANZA SOCIALE DEL PROGETTO RugBio

Sport e sostenibilità per la formazione dei minori e l’inclusione sociale

 

Polisportiva RugBio propone lo sport come strumento di aggregazione, inclusione sociale, promozione del sostenibile, attraverso una serie di step che responsabilizzano gli attori locali nelle pratiche di sostenibilità sociale dal basso. Si punta sulla formazione diffusa, rivolta ai giovanissimi sportivi ma anche alle famiglie e anzitutto agli operatori, con l’obiettivo di ulteriore diffusione e potenziamento degli effetti virtuosi.

Lo sport è interpretato non come fine in sé (quindi non in ottica primariamente atletica, agonistica e neppure specialistico-disciplinare, né tanto meno in termini di fidelizzazione di club), bensì come mezzo utile all’integrazione sociale, anche a vantaggio specifico di soggetti disagiati, con il coinvolgimento della cittadinanza, mediante eventi in cui lo sport si mescola con altri universi, così in centri appositamente attrezzati, come in luoghi non strettamente deputati allo svolgimento di iniziative sportive.

La scelta è stata, all’inizio, a favore del rugby giovanile come strumento di formazione completa dei giovanissimi sportivi, integrata con il ruolo attivo delle famiglie e con la collaborazione della comunità locale e sovralocale. In un’ottica di progressiva apertura multidisciplinare, ogni attività sportiva è stata poi intesa come veicolo di contenuti e attivatore di pratiche, quindi come canale di formazione diffusa per le comunità a partire dalle fasce più giovani.

Questa sottolineatura del ruolo trasversale di mediazione, aggregazione e formazione dell’attività sportiva è urgente nel quadro odierno del Paese e segnatamente della Città Metropolitana di Milano e dei suoi dintorni: le tematiche dell’inclusione sociale, del dialogo multiculturale e della sostenibilità ambientale sono ormai centrali tanto nelle discussioni di soggetti pubblici e privati, quanto nella percezione delle persone.

La sensazione diffusa di allarme che pervade ampie fasce di popolazione si collega alle crisi in corso: la questione non è più trascurabile e non può essere attribuita in toto alle istituzioni, divenendo invece responsabilità delle persone (comprese quelle collettive) e opportunità per le comunità.

L’attività di RugBio valorizza la sensibilità delle variegate cittadinanze che animano l’Ovest della metropoli milanese fino ad Abbiategrasso, e verso Nord fino al Saronnese, con un perno fondamentale a Rugbiolandia, ossia nella sede dell’associazione presso il Centro Sportivo comunale di Cusago.

Per RugBio è prioritario formare e informare – a partire dalla pratica sportiva – i bambini e ragazzi, in quanto “responsabili di domani”, ma anche in quanto polarizzatori di interessi e passioni da parte degli adulti di riferimento, nonché in quanto molto più aperti degli adulti all’apprendimento e cambiamento.

Soprattutto nelle fasi iniziali della vita, nello sport si esercitano esperienze fisiche, relazionali e comportamentali nelle quali è possibile favorire uno sviluppo – individuale e collettivo – all’insegna della sostenibilità sociale e ambientale.

L’obiettivo dell’intero lavoro di RugBio è da oltre un decennio proprio quello di proporre una sostenibilità integrale in cui lo sport – a partire dal modello sviluppato inizialmente attorno il rugby giovanile – sostiene e aiuta a sostenere, sviluppando atteggiamenti proattivi e capacità di risposta.

E (purtroppo) non sono mai mancate numerose situazioni in cui questo obiettivo ha coinciso con emergenze assolute dei territori, che nei minori assumono caratteri a malapena tollerabili e che rendono inderogabili interventi come quelli di una piccola associazione che aggrega migliaia di esperienze diverse verso un futuro a misura di tutti.


 

TAPPE DELLO SVILUPPO

L’esordio associazionistico nell’Abbiatense

Polisportiva RugBio è una società sportiva dilettantistica che è partita dall’associazionismo col rugby, con particolare attenzione al minirugby e rugby giovanile. In meno di un lustro, il rifiuto per lo specialismo si è peraltro concretizzato nella conversione a Polisportiva, con diretto impegno nel calcio (varie categorie), nell’atletica, nel tennis, nel basket e nel volley, e con collaborazioni intense con pallamano, karate, cricket, football australiano, tiro con l’arco, kayak, beach volley, footbike, ciclocross, nonché con attività di benessere per il corpo e per lo spirito.

Le attività di RugBio si sono sviluppate inizialmente in sperimentazioni sul territorio tra Parco del Ticino e Parco Agricolo Sud Milano: a partire da Albairate e Abbiategrasso, RugBio ha proposto un programma fondato su:

  • centratura delle priorità sul giovanissimo in crescita (anziché sull’agonismo o sul gruppo sportivo),
  • valorizzazione delle qualità morali intrinseche nello sport,
  • sostegno economico e organizzativo per consentire la partecipazione dei meno abbienti e (in generale) dei bambini e ragazzi a rischio di segregazione,
  • mediazione culturale attraverso il reclutamento attivo di giovanissimi da comunità marginali (per ragioni di differenza etnica, di abuso di intrattenimento digitale, ecc.),
  • formazione educativa a 360° degli allenatori e dirigenti,
  • riqualificazione energetica degli impianti sportivi,
  • pratiche alimentari sane a fianco dell’attività sportiva,
  • promozione e comunicazione a basso impatto ed elevata partecipazione,
  • eventi aggregativi a km 0 e in generale all’insegna della sostenibilità ambientale,
  • filosofia della restituzione (di tempo, competenze, risorse) da parte dei cittadini al territorio,
  • coinvolgimento attivo delle comunità adulte di riferimento,
  • rivalutazione di spazi sottovalutati attraverso la frequentazione ludica.

Una lista nutrita che non corrisponde a un elenco solo programmatico e iniziative solo occasionali, ma a un progetto operativo sviluppatosi in un paio di annate particolarmente intense, in cui il contributo decisivo è arrivato proprio dal tessuto sociale del territorio, oltre che dalla lungimiranza di alcuni dirigenti e sponsor.

 

Nel 2012 Alessandro Acito iniziava a promuovere nella scuola primaria di Albairate laboratori sportivi in collaborazione con gli educatori del Rugby Parabiago, coronati con la realizzazione del primo Torneo di Minirugby dell’Abbiatense. Di lì a poco sarebbero partiti gli allenamenti di bambini e bambine sul campo di Cerello con Battuello, in collaborazione con associazioni locali.

 

Nel febbraio 2014 il progetto RugBio prendeva forma completamente autonoma per perseguire in modo genuino il proprio programma formativo e sociale. Per questa si procedeva alla costituzione dell’ASD RugBio appunto (la prima dedicata al rugby nella città di Abbiategrasso). Allenamenti e attività si concentravano presso l’Oratorio Sacro Cuore di Abbiategrasso, dove, in collaborazione con l’Associazione La Tribù, RugBio ha coinvolto nello sport moltissimi bambini che, per motivi sociali ed economici, ne erano sempre stati esclusi. Insieme ai piccoli atleti, erano coinvolte le famiglie e la comunità: significativamente, con il traino di RugBio si era addirittura realizzato “dal basso” (senza finanziamenti pubblici e con la collaborazione di persone di ogni estrazione) il primo impianto di illuminazione a LED su un campo sportivo dell’Abbiatense.

L’identità del progetto sociale e sportivo veniva sottolineata anche tramite le formule di comunicazione, puntando sull’attivazione di risorse giovani: la creazione del logotipo è stata affidata a un concorso per idee visuali proposto a grafici junior (studenti o praticanti emergenti), con il coinvolgimento di agenzie di settore e l’apertura di opportunità di collaborazione professionale; la comunicazione multimediale vedeva in prima linea operatori junior che si misuravano con produzioni complesse, dalla fotografia e grafica per evento al video live postprodotto, costruendo il proprio futuro professionale; insieme ad associazioni di promozione sociale di Milano, venivano organizzati cantieri di comunicazione partecipativa dal basso, su web, con performance, in formato radio e video, ecc.

 

Gli allenamenti inclusivi e le iniziative aggregative con le famiglie si sono presto sviluppati in grandi eventi sostenibili, a partire dal Rugby in Cascina del maggio 2014, con migliaia di bambini e bambine a giocare sui grandi prati intorno a una cascina nel verde del Parco del Ticino, con terzo tempo a base di prodotti genuini, esplorazione della natura con un “cantastorie”, comunicazione affidata a giovani appassionati del multimediale.

 

Gli sviluppi nel Corsichese e nell’Ovest di Milano

Sulla base di queste esperienze, radicalmente diverse da quelle allora visibili nello sport giovanile, l’Ente di Promozione Sportiva nazionale UISP ha invitato RugBio ad avviare – dall’a.s. 2014-15 – un percorso formativo attraverso il minirugby anche nel centro sportivo in via IV novembre a Cusago, facendone la sede degli eventi più popolati di RugBio, caratterizzati dagli elementi chiave del messaggio di sostenibilità attraverso lo sport che ha sempre guidato il progetto.

Questo passaggio ha implicato consolidamenti preziosi:

  1. l’avvio di iniziative che sono poi proseguite negli anni successivi, segnando appuntamenti importanti per un’interpretazione inclusiva e sostenibile dello sport; per fare solo qualche esempio significativo:
  2. una completa focalizzazione del tema della formazione dei formatori, codificato con il modello “Ludorugby”, poi rielaborato su vari fronti negli anni successivi:
  3. il coinvolgimento, a partire dall’occasione sportiva, in percorsi ambientali, creativi, culturali, per minori e non solo
  4. la premessa per una competenza gestionale degli impianti sportivi, a partire appunto dal centro di via IV novembre a Cusago.

 

Nell’ottobre 2015, RugBio ha poi iniziato a promuovere la formazione attraverso lo sport anche nel delicato territorio di Quarto Oggiaro, all’Oratorio Sant’Agnese di Milano, in via Arsia 3, stimolando il lavoro di rete con le associazioni e realtà che in loco promuovono attenzione al contesto sociale. Non a caso, il Consiglio di Zona 8 ha subito concesso il patrocinio per riconoscere la qualità formativa dell’attività, anche a fronte dell’immediato coinvolgimento di bambini e ragazzi con provenienze molto eterogenee e spesso critiche (inviati dai servizi sociali o arrivati per passione sportiva, coinvolti dal territorio o segnalati da varie fonti di Terzo Settore), sorprendentemente mescolati e motivati sul campo da gioco e nelle attività collettive.

Proprio a Quarto Oggiaro si è consolidato il rapporto con Save The Children e in particolare con il Punto Luce di Piazza Capuana, fino all’individuazione di RugBio come soggetto adatto a erogare “borse sportive” a vantaggio di minori in situazioni di crisi; di fatto, la stessa RugBio ha operato come Punto Luce, nella battaglia contro la povertà minorile.

Dalla collaborazione con le associazioni della zona (tra le quali Mitades) sono inoltre scaturite idee e pratiche di nuovo approccio alla formazione motoria in età precoce. In questo ambito, RugBio ha promosso le proposte internazionali di avviamento al rugby a partire dai 2 anni (Rugby Tots e simili), ma ne ha presto abbandonato il carattere elitario, i prezzi escludenti e soprattutto la specializzazione disciplinare. Progressivamente è stata sviluppata la formula originale “A Corpo Libero”, i cui principi cardine sono stati affinati anche grazie alla consulenza di Cristina Cubesi, con la volontà di costruire una formazione motoria completa, collegata a tematiche di attività presportiva multidisciplinare. L’obiettivo era quello di andare a costruire un manuale completo sul tema, dedicato alla fascia anagrafica tra i 2 e i 5 anni.

 

In generale, l’annata sportiva 2015-16 è stata all’insegna del coinvolgimento di un numero sempre più ampio di minori nelle attività di minirugby tra Milano e Abbiategrasso, con un moltiplicarsi di progetti presso le scuole e sui territori, grazie anche al crescente riconoscimento da parte di Fondazione Cariplo, Fondazione Ticino Olona (soprattutto per Abbiategrasso), vari Municipi dell’ovest milanese (dalla Barona fino a Quarto Oggiaro), il Comune di Milano e la Regione Lombardia, fino a cicli di iniziative in collaborazione con Fondazione Exodus e Farsi Prossimo dedicati al potenziamento sportivo delle dinamiche inclusive nelle scuole dell’obbligo. Con questi partner terzosettoriali sono state realizzate iniziative su diversi fronti, coinvolgendo le altre agenzie dei territori. Per dirla con il titolo di uno dei progetti con partenariato pubblico, con i progetti territoriali di RugBio Ne combiniamo di tutti i colori! In primo luogo, perché i minori e le famiglie coinvolti hanno provenienze e caratteristiche molto eterogenee, ma entrano in gioco sempre in una situazione di parità collaborativa che libera energie nuove e crea relazioni vitali. In secondo luogo, se ne sono combinate davvero di tutti i colori perché nei progetti sono stati affiancati modelli di lavoro molto vari: allenamenti multisport, laboratori di comunicazione dal basso, workshop ambientali, occasioni di formazione degli adulti di riferimento, e così via.

Tutto questo si è tradotto anche in una crescente presenza territoriale, spesso “nomade” e “virale”, eppure in costante relazione con le realtà istituzionali, attraverso la presenza in aree sportive, scuole e oratori, sempre arricchiti dalla presenza operativa di RugBio. Tra le tante situazioni sperimentate, vanno segnalati almeno i cicli di minirugby – partiti da un progetto col Comune di Milano (su fondi nazionali l. 285/97 per infanzia e adolescenza) – nel quartiere Isola, che hanno coinvolto le scuole Primarie, un oratorio, oltre a tanti punti del verde pubblico. Si è trattato di un modello che ha poi generato repliche immediate tra i quartieri Bovisa, Comasina, Bicocca e in tutte le periferie del Municipio 8, con educativa di strada, corsi scolastici e tornei in oratorio. In Barona questa vitalità si è addirittura concretizzata in opere pubbliche: fin dai propri esordi, RugBio ha coltivato attività con tutte le associazioni legate al cosiddetto “Parco Teramo” (ossia il grande spazio verde poi denominato Parco Campagna), a partire dall’eroico presidio del mitico pioniere del frisbee italiano Valentino De Chiara, collaborando a una rinascita dell’area, con iniziative aggregative e culturali, fino a ottenere – con l’appoggio del Municipio 6 e dell’Assessorato allo Sport di Milano – la creazione di un’area attrezzata per il rugby nel verde, destinata all’uso pubblico.

Altrettanto importante è stato l’impatto sul territorio del quartiere Baggio, dove nel giro di pochi anni RugBio ha rivitalizzato l’attività sportiva all’interno degli oratori della zona, tramite allenamenti ed eventi ad accesso libero. In questo modo sono state create le premesse (a Baggio come peraltro a Quarto Oggiaro) anche per l’atterraggio di altre realtà sportive, prima indifferenti all’impegno sociale, poi attirate dalla possibilità di ottenere finanziamenti, lavorando sulle comunità di minori fragili già raccolte da RugBio, risparmiandosi la genuina attività di presenza aperta e dinamica sul territorio.

 

In questo quadro, non hanno contato solo i laboratori sportivi coi minori, ma anche il lavoro sulla responsabilità degli adulti. In proposito, in questa fase ha giocato un ruolo decisivo il rivoluzionario piano di formazione dei tecnici sportivi che – sotto l’etichetta “Ludorugby” – è stato adottato anche da UISP su scala nazionale: modello per la qualificazione di allenatori, dirigenti e familiari per la presa in carico di tutte le concomitanti fisiche, emotive, etiche della crescita dei minori attraverso l’esperienza sportiva.

 

Fuori Milano, esperienza preziosa per il connubio tra sostenibilità sociale e ambientale è stata la collaborazione al progetto di rilancio della Colonia Enrichetta di Abbiategrasso, storica struttura ricettiva comunale – rivolta ai bambini del territorio – nell’area protetta del Parco del Ticino, semiabbandonata da tempo e riaperta anche grazie all’impegno della comunità di RugBio. Tale approccio rientrava del resto in un percorso di iniziative sportive portate direttamente sul territorio, a tu per tu con la gente, e in luoghi sottovalutati, da riscoprire. Ragazzi e famiglie hanno fatto sport in mezzo al verde e hanno partecipato a numerosi laboratori ambientali: edilizia sostenibile, efficienza energetica fai da te, esplorazioni di flora e fauna, pionieristica, cucina naturale e multietnica, orto biodinamico, e molto altro ancora. Le attività si sono spesso intrecciate con quelle di altri progetti terzosettoriali, con associazioni di promozione territoriale, collettivi di agricoltura sostenibile, cooperative sociale di accoglienza per minori non accompagnati, spesso con sostegno di Fondazione Cariplo.

Durante l’estate 2016, la struttura ha ospitato un camp estivo espressamente votato all’outdoor education, nel quale educatori e ragazzi hanno sperimentato formule che negli anni successivi hanno costituito le fondamenta per esperienze analoghe in altre strutture, a partire dai grandi centri sportivi presto presi in gestione.

 

Nei suoi anni di esordio, il progetto RugBio ha infatti raccolto rilevanti risultati concreti in termini di situazioni di disagio prese in carico, creazione di appuntamenti collettivi di sport ad altissimo richiamo, soluzioni di comunicazione originali e coinvolgimento operativo di genitori e tecnici in misure mai viste altrove.

Il complesso di iniziative realizzate e cantierizzate fino al 2016 ha gettato le basi anche per una serie di riconoscimenti sul valore sociale del lavoro sportivo “alla RugBio”: negli anni immediatamente seguenti, in effetti, sarebbero arrivati premi e sostegni da Costruiamo il Futuro, dal CSI (che riconosceva al fondatore Alessandro Acito un posto tra i “Campioni nella vita”), dal Municipio 7 (che premiava RugBio appunto per il suo “social sport”) e così via…

Inoltre, la solidità dell’impegno di RugBio ha rappresentato la premessa chiave per avviare la gestione di grandi impianti sportivi pubblici.

 

La centrale strategica: RUGBIOLANDIA

Una svolta fondamentale è stata segnata a settembre 2016 dalla concessione in gestione del centro sportivo comunale di Cusago: punto di snodo in cui garantire qualità di lavoro educativo a disposizione di tutti i minori di tutti i territori coinvolti.

L’impianto ha spazi ampi, con due campi regolamentari da calcio e rugby, uno stadio di rugby con pista di atletica, un campo da calcetto/tennis, due campi da tennis, un’area boscosa adibibile a molte attività, un palazzetto multifunzionale, varie tensostrutture ed aree verdi per eventi, un bar-ristoro e tutta la logistica di supporto in termini di spogliatoi e servizi annessi.

Per avendo ereditato la struttura in condizioni difficili, già nel primo anno di gestione RugBio ha subito fatto molto:

  • attraverso l’immediata conversione di RugBio a Polisportiva, le esperienze fatte in ambito rugbistico sono diventate paradigma per la formazione e la socialità in molte altre discipline, riconquistando tanti bambini altrimenti esclusi da altri sport;
  • gli impianti sono stati integralmente ripristinati ed è iniziata la loro riconversione energetica;
  • lo sport è stato inserito in programmi di cultura e intrattenimento a portata di tutti;
  • le famiglie sono state coinvolte attraverso iniziative aperte a tutte le età, nelle quali il dialogo intergenerazionale diventa una piacevole riscoperta;
  • i ragazzi di territori e provenienze diverse han cominciato a incontrarsi sui campi da gioco e nei workshop sulla sostenibilità, in esperienze dirette di mediazione socioculturale straordinariamente efficaci.

Soprattutto, Rugbiolandia ha consentito la realizzazione coordinata di progetti precedentemente condotti in modo parcellizzato sui singoli territori, offrendo uno spazio idoneo per eventi sportivi, appuntamenti formativi, piattaforme multidisciplinari che RugBio supporta con tutte le energie, coinvolgendo bambini e famiglie dalla periferia milanese alle rive del Ticino in tante attività congiunte. Avendo Cusago come base, è possibile fare dello sport sostenibile uno strumento potente per azioni di inclusione sociale di ampio respiro, a supporto degli interventi sui territori specifici.

È stato offerto uno sbocco qualificato ai giovani sportivi che sono cresciuti attraverso il rugby sostenibile negli oratori della Città Metropolitana: impianti adatti a un progresso sportivo ulteriore, manifestazioni di respiro nazionale, intreccio multidisciplinare, occasioni di formazione extrasportiva, opportunità di restituzione ai nuovi iscritti e molto altro ancora, nella direzione anche di una crescente presa di responsabilità.

 

A Rugbiolandia è divenuto possibile diversificare il programma generale di RugBio per lo sport sociale, la formazione dei minori attraverso vari sport e l’aggregazione delle famiglie intorno a esperienze di sostenibilità.

La filosofia di RugBio è rimasta più che mai fedele alla mission originaria:

  • sport per i giovani come piattaforma non ideologica per distribuire valori di sviluppo equilibrato della persona;
  • un sostegno alla famiglia che permette – attraverso le figure centrali degli educatori – di attuare sostenibilità sociale e – attraverso le policy dei dirigenti – di attuare sostenibilità ambientale;
  • in generale, restituzione della responsabilità attiva alle comunità (a partire dal gioco infantile in un’ottica di formazione integrale) della vita aggregata, della crescita delle nuove generazioni e dell’abitabilità futura del territorio.

 

Sostenibilità sociale a Rugbiolandia significa in modo sempre più concreto:

  • favorire l’accesso all’attività sportiva di minori che provengono da situazioni di disagio sociale e/o economico (anche attraverso Borse Zero, ossia sovvenzioni pari al costo della normale iscrizione, finanziate tramite soluzioni che a RugBio compete allestire; oppure con sistemi di abbattimento di barriere organizzative quali, non troppo banalmente, il trasporto collettivo a impatto ridotto);
  • determinare una quota comunque bassa per l’ingresso di chiunque nel circuito di RugBio, che comprenda l’attività e il kit allenamento/partita (grazie a una complessa attività di ottimizzazione delle forniture senza cedimenti qualitativi);
  • lavorare sul gioco per stimolare l’interculturalità e la socialità tra minori di provenienza sociale differente (in RugBio giocano sempre tutti: nessuna panchina, né privilegio per le provenienze – nemmeno, a rovescio, per quelle “difficili”);
  • avere l’opportunità di comprendere la crescita dei ragazzi e di costruire nuove occasioni e nuove relazioni per minori a rischio;
  • valorizzare la comunità partendo dalle esigenze dei minori (ottica che apre prospettive stupefacenti di dialogo tra segmenti diversi, scambio sul campo di tempo e risorse, collaborazione progettuale sul futuro, gestione condivisa e qualificata del tempo libero, opportunità di nuova professionalizzazione).

 

Sostenibilità ambientale a Rugbiolandia significa sempre più pragmaticamente:

  • educare all’uso corretto delle risorse naturali e stimolare un rapporto equilibrato con esse;
  • perseguire azioni di educazione alimentare (tramite formazione dei formatori, istruzione e divulgazione per le famiglie e la comunità, somministrazione costante di cibi e bevande in dieta equilibrata, ricorso a risorse locali);
  • promuovere efficienza energetica attraverso la gestione/ristrutturazione degli impianti e l’esperienza diretta dei bambini;
  • coinvolgere grandi e piccini nella riscoperta e rigenerazione del territorio (sia con l’utilizzo ludico-culturale di aree sottovalutate, sia tramite soluzioni partecipative come “Orto di squadra”, Gruppo di acquisto solidale, esplorazione del territorio, partecipazione alle migliorie ecc.);
  • promuovere direttamente le risorse bio e/o a km zero (anche con la formula del Terzo Tempo a km zero e con il ricorso a canali pubblicitari a basso impatto dedicati).

 

Il coordinamento logistico a Rugbiolandia consente di valorizzare meglio anche le collaborazioni con vari soggetti attivi sul territorio, in uno spirito di networking sociale programmatico.

Si tratta di associazioni locali e scuole e oratori, ma anche di associazioni e cooperative sociali di livello nazionale, nonché delle federazioni e comitati delle diverse discipline sportive; in un’ottica di promozione delle risorse sostenibili del territorio, inoltre, RugBio ha generato occasioni per illustrare alle comunità i plus di produttori locali, soprattutto sul piano anzitutto delle filiere agroalimentari. Ovviamente il coordinamento in una piattaforma unitaria delle collaborazioni e delle promozioni ha moltiplicato il valore delle risorse di tutti, a beneficio dei partner e delle comunità.

Di fatto, a Rugbiolandia si sostengono a impatto zero le attività di formazione qualificata, socializzazione integrale, promozione locale, supporto alle emergenze, riqualificazione ambientale, rigenerazione professionale.

In queste attività, la valorizzazione delle risorse umane è stata la colonna portante per la riuscita: RugBio ha costantemente operato per creare opportunità lavorative concrete e percorsi professionalizzanti, con iniziative di formazione e qualificazione, nel rispetto delle normative pubbliche e di settore, creando occasioni di impegno lavorativo. Gli esempi sono troppo numerosi da elencare e rappresenteranno sempre l’autentico senso del lavoro collettivo di RugBio. Questo impegno sì traduce attraverso diverse modalità:

  • il coinvolgimento dei giovani atleti in percorsi di formazione sportiva che consentano eventuali sviluppi all’interno della stessa Polisportiva, in qualità di educatori o come altre figure dell’ambito sportivo e non solo
  • la riattivazione o rigenerazione delle capacità lavorative di persone emarginate per varie motivazioni
  • la creazione sistematica di occasioni continue di formazione e aggiornamento per i collaboratori, ma anche per educatori e operatori collegati ad altre realtà
  • il corretto inquadramento di risorse umane valide, altrove utilizzate in maniera poco trasparente o svalutante
  • percorsi di scambio tra le diverse linee di attività collegate alla Polisportiva, per esempio con percorsi permeabili tra ambito sportivo e logistica ambientale, così come tra attività di comunicazione e impegni sul campo, piuttosto che in termini di scambio tra pratica sportiva e ruoli di formazione o gestione, fino all’interscambio tra progetti su territori diversi (anche con opportunità per soggetti stranieri collegati a progetti all’estero) e alla valorizzazione di persone con abilità diverse.

 

Dati i caratteri vasti della mission (pratica sportiva, educazione dei giovani, promozione della sostenibilità), il pubblico del centro sportivo è molto vasto, affiancando sia i protagonisti permanenti sul territorio, sia quelli più o meno occasionali che vengono coinvolti negli eventi e flussi di comunicazione (ma che non vanno trascurati perché in grado di dare respiro non ghettizzante all’attività complessiva e all’identità dei bambini al suo interno):

  1. le famiglie (o i soggetti di riferimento nei casi di tutela e accompagnamento di minori con difficoltà sociali) che collaborano organicamente al lavoro dell’associazione sportiva;
  2. i frequentatori degli open day, dei tornei gratuiti e delle iniziative di promozione sportiva, che ammontano a diverse migliaia di persone (dai 250 ai 900 per singola iniziativa, provenienti da tutta la Lombardia e non di rado anche dal resto d’Italia e dall’estero).

Il punto di incontro e scambio di questi soggetti è presto diventato Rugbiolandia: qui si gioca il destino della sfida di accogliere tutti i minori nello sport, offrendo formazione qualificata e formando un numero crescente di operatori e adulti di riferimento, mantenendo contemporaneamente viva la presenza sui singoli territori.

 

Un buon esempio in proposito sono i Camp organizzati al centro sportivo di Cusago, sia con progetti autonomi sia in affidamento da parte dell’Amministrazione locale. Il modello di outdoor education sviluppato progressivamente negli anni precedenti, è giunto a coronamento nel CRE 2017 presso Rugbiolandia. Qui convergono bambine e bambini da tutti i territori di attività, a partire ovviamente dai cusaghesi, ma con tante partecipazioni da Milano, il Corsichese e l’Abbiatense. Centinaia di minori attività in esperienze multisport, ambientali, espressive, senza pause nemmeno in agosto, con formazione progressiva anche di tutti gli educatori a questa nuova formula di qualificazione del tempo libero.

Inoltre RugBio ha garantito alle famiglie anche Camp brevi per i periodi di chiusura delle scuole, quando i familiari non possono comunque rinunciare agli impegni di lavoro e i figli resterebbero privi di attività qualificate. Tutte queste iniziative sono impostate secondo una logica di presa in carico completa delle svariate concomitanti dell’esperienza di crescita dei giovanissimi: attività fisica e salute, relazioni e collaborazioni, apprendimento e scoperta, in ogni caso in ottica di scambio tra diversità e promozione della sostenibilità.

 

Il riferimento centrale a Cusago consente di moltiplicare ulteriormente gli interventi di sport sociale in aree critiche dell’hinterland milanese, creando nuove occasioni di prevenzione del (o riscatto dal) disagio giovanile, ma soprattutto di concretizzazione di un nuovo modo di concepire le attività e strutture sportive a beneficio dell’inclusione sociale, mediazione tra diversità, educazione alla responsabilità solidale, aggregazione sul territorio.

 

La solidità di RugBio come attore dell’inclusione sociale attraverso lo sport e come gestore di grandi piattaforme concrete e anche la premessa per l’avviamento di esperienze di collaborazione all’estero. L’esempio più importante è probabilmente il progetto RugBio Magoanine. L’iniziativa è nata dall’incontro con Irene Bellamio, che intendeva proporre minirugby nel quartiere popolare Magoanine-B alla periferia di Maputo (capitale del Mozambico), anche in collegamento con la squadra del Maputo Rugby Club. RugBio le ha donato risorse per avviare corsi e allenamenti di minirugby a favore dei bambini della scuola primaria di Magoanine B: oltre 700 minori che vivono in un’area periferica ricca di criticità socio-economiche.

Per RugBio la missione era sempre la stessa: impiegare lo sport come occasione di riscatto, formazione e inclusione. A Milano come a Maputo. Nel 2018 è stato aperto un ponte, che ha presto creato una comunità plurale, con scambi, mediazioni e collaborazioni. Attraverso alcune missioni sul campo, Alessandro Acito e altre persone di RugBio hanno contribuito anche ad avviare la promozione e l’organizzazione generale del nascente RugBio Magoanine, realtà che presto è arrivata a costituirsi come associazione che pratica il rugby come strumento di coesione sociale e inclusione punto si tratta di un’efficace alternativa educativa, capace di aprire nuove strade contro l’emarginazione giovanile in contesti difficili come e il quartiere Magoanine-B.

La pratica sportiva diventa così una leva per fornire a ragazze e ragazzi strumenti duraturi che li rendano potenziali attori di trasformazione e progresso nel loro territorio di riferimento. In tempi rapidi, il progetto è stato capace di allestire allenamenti quotidiani, con oltre 150 minori sistematicamente coinvolti (con un’importante 40% di partecipazioni femminili), l’adesione a tornei con risultati progressivamente sempre più entusiasmanti, inserimento di collaboratori dall’Italia, avvio della costruzione di una club house in edilizia sostenibile destinata a diventare punto di riferimento per i processi emancipativi sul territorio. Di recente, RugBio ha anche avviato percorsi di restituzione, valorizzando tecnici mozambicani cresciuti all’interno di Magoanine per l’impiego e la formazione In Italia, consolidando un modello di scambio concreto in entrambe le direzioni.

 

Il 2018-19 e gli altri poli territoriali

Da settembre 2018 RugBio ha avviato la gestione in concessione del Centro Sportivo comunale di Uboldo, in un’ottica di rispetto delle esperienze già attive in loco ma con una chiara volontà di procedere nel connubio di Sport e Sostenibilità già proposta nelle esperienze precedenti.

Nel dicembre 2018 alla Polisportiva è stato inoltre affidato in gestione tramite bando pubblico l’impianto sportivo comunale cosiddetto “Campo 5” ad Abbiategrasso, anche in questo caso con l’impegno alla valorizzazione della struttura e alla realizzazione di attività di sport sostenibile, a partire dal minirugby ma sempre in ottica interdisciplinare, soprattutto con la proposta di qualificazione del tempo libero dei minori e delle famiglie (doposcuola, eventi sostenibili ecc.).

In quest’ottica è stato inaugurato a Cusago (come esperienza pilota per gli altri luoghi di attività) il progetto Doposcuola & Sport, offrendo ai minori un pool di formatori selezionati per il ripasso e lo studio, lo svolgimento dei compiti e lezioni integrative: un’opportunità da fruire direttamente al centro sportivo, in abbinamento quindi con le iniziative di sport, gioco e aggregazione. Sul piano concreto, un modo per combattere gli effetti incrociati di drop out sportivo, abbandono scolastico, autosegregazione.

In questo orizzonte, un valore sempre più strategico rivestono i Camp brevi e i centri ricreativi estivi, organizzati nei centri sportivi e portati occasionalmente anche sui territori decentrati: si tratta di un aiuto pratico alle famiglie in periodi in cui i figli non potrebbero essere affidati alla scuola o ad altre agenzie educative, ma si tratta anche di momenti di prova diretta della capacità inclusiva dell’“esperienza RugBio”, autentici motori di una coesione destinata a durare nel tempo.

 

Nelle periferie milanesi sono state intanto potenziate le piattaforme di collaborazione territoriale coi soggetti più attivi nell’inclusione sociale, valorizzazione giovanile, qualificazione della proposta sportiva.

Per esempio a Baggio, sulla scorta dei laboratori sportivi negli oratori e con il nuovo riferimento del centro sportivo di Cusago, si sono andati consolidando i rapporti con L’Albero della Vita e varie altre realtà molto attive nell’integrazione multiculturale, a partire dalle situazioni di povertà minorile. I bambini e le bambine di varie Comunità protette e Centri di accoglienza sono stati regolarmente accolti all’interno delle strutture RugBio, con sostenibilità economiche variamente condivise tra RugBio e gli interlocutori di Terzo Settore.

Analogamente, a Quarto Oggiaro RugBio è diventato referente generale per l’ambito sportivo nel quadro di progetti di Fondazione Cariplo, a partire dalla piattaforma QuBì nel Municipio 8. Questo è avvenuto sulla scorta delle costanti collaborazioni sul disagio minorile con Arci e Acli Milano, Mitades, Save the Children, Exodus e tante altre realtà grandi e meno grandi attive sul territorio.

 

Il ruolo di RugBio come referente non solo sportivo dell’inclusione e della coesione sociale si è sviluppato peraltro non solo nella periferia di Milano, ma anche nelle aree intorno alle strutture sportive in gestione. Le collaborazioni strutturate valgono per Uboldo con costanti relazioni con le maggiori comunità straniere del Saronnese e Legnanese e coi primi progetti strutturati di mixed ability sport, ma soprattutto per Abbiategrasso (grazie al Campo 5) e per Cusago (sulla base dell’impianto di via IV novembre). In questi ultimi due ambiti, le relazioni con imprese sociali, soggetti filantropici ed enti pubblici si traducono ad esempio nelle piattaforme delle Antenne dell’Abbiatense e delle Antenne del Corsichese. Si tratta di progetti finanziati rispettivamente dalla Fondazione Ticino Olona e dalla Fondazione Comunità di Milano, con vari partner (in prima Ripari scs e Lule Onlus), nei quali la Polisportiva offre spazi di attività aggregativa, momenti di sport e gioco, iniziative di cultura libera, attenzione alle criticità individuale e familiari. I progetti si sono imperniati sulla formazione di un network di osservatori partecipi all’interno delle varie comunità del territorio, per individuare le fragilità e costruire opportunità di inclusione e sostegno.

 

Questa serie di incrementi dell’azione inclusiva, quindi, ha consentito e imposto una sempre più decisa attività di preparazione dei formatori sportivi, mettendo in relazione le esperienze consolidate e le energie dei giovani emergenti e consentendo a questi ultimi di seguire un percorso concreto di maturazione professionale sul campo.

 

Un fronte strategico di impegno per il 2019, anzitutto in materia di qualificazione delle risorse è stato quello della messa a regime delle iniziative di impiego dell’esperienza sportiva a vantaggio delle persone con disabilità. In effetti, la Polisportiva RugBio ha già collaborato fattivamente con la nazionale italiana di Mixed Ability Rugby, con la Polisportiva Milanese negli sport su carrozzina e con ANFFAS in percorsi di intrattenimento. Il Centro di Uboldo, soprattutto con la sua tensostruttura polifunzionale, il percorso vita poi riammodernato e l’eccellente giardino botanico, ha permesso nuove implementazioni delle formule di inclusione della disabilità già abbozzate in precedenza.

Per il 2019-20 sono stati impostati anche vari altri strumenti di inclusione sociale e promozione della sostenibilità, su tutti i territori di impegno sociale della Polisportiva, sempre tenendo Cusago come baricentro logistico e centro direttivo.

 

La cesura del Covid -19 e la ripresa

Nel febbraio 2020 però l’inizio della crisi da Covid -19 ha purtroppo imposto una brusca cesura, cui peraltro RugBio ha reagito in prima linea.

Fin dal primo lockdown totale le famiglie sono state seguite tramite strumenti telematici ma anche – ove possibile – con interventi diretti.

Compatibilmente con i vincoli normativi man mano presentatisi, RugBio ha inoltre ripreso appena possibile tutte le attività di sport e promozione motoria. Fedele alla propria vocazione a favore della outdoor education, nei suoi centri sportivi ha garantito e guidato sessioni all’aria aperta, nonché attrezzato gli spazi per consentire le attività individuali ammesse.

Inoltre RugBio ha operato direttamente per reagire subito alla crisi socio-sanitaria, in particolare promuovendo precoci test sierologici, e poi diverse forme della diagnostica innovativa che man mano veniva messa a disposizione. La Polisportiva è stata inoltre molto attiva nel reperimento e distribuzione di presidi sanitari individuali, portando mascherine e simili, persino prima delle istituzioni, all’interno di RSA e altre strutture dedicate alla fragilità: quando ancora le mascherine sembravano irreperibili per chiunque anche all’estero, RugBio è andato materialmente a prenderle presso aziende italiane e poi all’estero, mentre il suo presidente Alessandro Acito raccoglieva il sostegno di Fondazione Ticino Olona per coordinare un’azione di distribuzione ai fragili ad Abbiategrasso e dintorni. Opportunità poi riproposta direttamente ai Comuni di Cusago e Uboldo, così come alle persone del circuito RugBio.

La Polisportiva ha inoltre mantenuto vive, compatibilmente con la situazione, forme di aggregazione e relazione, ovviamente con le distanze obbligatorie. Ad esempio ha sviluppato un circuito di food delivery di cucina internazionale, che ha garantito il lavoro al personale dei centri sportivi in un’epoca a dir poco difficile e che ha costituito un buon modo per mantenere vive le relazioni all’interno della comunità sportiva e territoriale.

 

Già con le prime riaperture nel maggio-giugno 2020, si proponevano modelli avanzati di outdoor education per i camp estivi rivolti ai minori. Sia a Uboldo, sia soprattutto nel centro sportivo di Cusago, la proposta è stata tra le più complete nel panorama nazionale, accogliendo centinaia di minori e proponendo attività compatibili con le normative e di elevata capacità socializzante e formativa.

Proprio all’interno di questa piattaforma di rinascita dalle privazioni della stagione pandemica sono nate e cresciute esperienze e collaborazioni nuove, con pratica di nuove discipline sportive (per esempio volley, basket, footbike, escursionismo ecc.) e con nuove attività creative ed espressive. A Uboldo e Cusago si sono moltiplicati i laboratori di comunicazione, musica, street culture. Si tratta in realtà di filoni che hanno accompagnato RugBio fin dalle origini, viste le storiche collaborazioni con tanti operatori indipendenti della produzione culturale e della comunicazione contemporanea, e visto il costitutivo progetto di crescita a tutto tondo delle giovani generazioni.

Nel periodo di prime riaperture post Covid però vengono confermati e potenziati i workshop di Street Art (in particolare con l’artista milanese Luz, già coinvolto fin dal 2016 nei laboratori coi minori per la rigenerazione visiva dei territori), così come di musica rap. In quest’ultimo campo, gli appuntamenti fissi di battle freestyle a Uboldo e i corsi di scrittura rap di Cusago sono forse gli esempi più evidenti.

In quest’ambito è importante la collaborazione con Mediafriends Onlus, in particolare attraverso il progetto “A regola d’arte”, rivolto ai giovani nella fascia di età 6-18 che vivono in situazioni di difficoltà economica e sociale. Il progetto si propone di favorire l’integrazione e la crescita sociale mediante un’offerta formativa in ambito sportivo e culturale. Con RugBio la proposta è partita da corsi gratuiti di rugby e musica. Negli anni questo ha consentito di lavorare – appunto sulla scrittura rap (fino all’incisione di un brano su vinile) e sulla web-radio.

 

Più in generale, le difficoltà non solo sanitarie del biennio 2020/2021 hanno reso molto più complicato lavorare sull’inclusione sociale nei laboratori territoriali (che RugBio ha di fatto dovuto congelare soprattutto nella periferia di Milano), ma non ha impedito di sviluppare sperimentazioni all’interno dei centri sportivi. In particolare, a Cusago è stato possibile lavorare intensamente su progetti in collaborazione con realtà del no profit che erano invece provvisoriamente del tutto bloccate nelle loro attività tradizionali.

RugBio ha costituito, da questo punto di vista, un canale di continuità fondamentale anche a beneficio del Terzo Settore nei territori dell’Abbiatense e del Saronnese, ma soprattutto del Corsichese, garantendo un minimo di esperienza inclusiva anche nella stagione più critica e di fatto proseguendo un progetto di monitoraggio attivo (Antenne del Corsichese e Antenne dell’Abbiatense) del territorio che in epoca Covid aveva lo sport all’aria aperta come unica opportunità di sbocco per l’intervento in situazioni di fragilità variamente connotate.

 

L’eredità del Covid-19 non è peraltro stata soltanto quella dello stress privato e sociale vissuto dall’intera nazione, ma anche quella delle enormi ricadute sulla sostenibilità materiale delle strutture: nel caso di impianti onerosi e complessi come i centri sportivi, questo ha significato importanti criticità di fronte all’impennata dei costi energetici e poi all’inflazione generale.

Nonostante questo, ha comunque proposto una crescente apertura delle opportunità formative e delle pratiche sostenibili verso ambiti ulteriori rispetto ai centri sportivi principali.

 

Per esempio, si sono moltiplicate le proposte fuori dal territorio lombardo, sia con camp estivi e invernali al mare e in montagna (per attività sportive specifiche come il tennis, oppure per educativa multisport in trasferta, sempre con approccio inclusivo che favorisce l’accesso anche di soggetti fragili), sia con l’impegnativa presa in gestione di nuove strutture. L’esempio più cospicuo è la presa in gestione nel 2022 del Rifugio CAI “Adelmo Puliti” in località Arni ubicato nel cuore dei sentieri delle Apuane: la struttura è presto diventata un’opportunità per lanciare nuove esperienze di sostenibilità ambientale, benessere psicofisico e alimentazione consapevole, accogliere nuove discipline sportive e modelli di esperienza, incontrare un pubblico nuovo, offrire opportunità di qualità per la formazione e il tempo libero dei minori e delle famiglie collegati al circuito RugBio.

 

Nel frattempo, RugBio ha costituito un vero e proprio “Fondo per il Sociale”, ossia un patrimonio finanziario che la Società Sportiva – attraverso un conto corrente dedicato – ha iniziato a costituire senza più dover ricorrere a bandi di settore, ma lavorando ad un’azione specifica di fundraising alimentata da eventi ed iniziative autonome.

Il fondo si alimenta di eventi, supporto di privati ed iniziative speciali che la Polisportiva mette in campo durante la stagione sportiva per dare un supporto economico alla sua vocazione di sport per la comunità.

La risorsa serve anzitutto a proseguire in modo più strutturato la politica per cui RugBio garantisce iscrizioni ad attività sportive e formative per minori che provengono da situazioni di disagio socioeconomico. Ma il “Fondo per il Sociale” consente anche il supporto a progetti di sostenibilità attraverso lo sport, sviluppati o sostenuti da RugBio o dai suoi partner. Si tratta di progetti sviluppati in Italia oppure anche all’estero: in quest’ultimo ambito, per RugBio l’esempio più cospicuo è la squadra RugBio Magoanine di rugby costituita in Mozambico e impegnata in un non facile percorso di consolidamento, ma non sono mancati sostegni all’avvio di un progetto nel campo profughi di Sabra in Libano.

 

Grazie a questi consolidamenti, RugBio ha saputo reagire alla crisi pandemica intraprendendo impegni sempre più intensi anche in settori seguiti da sempre con apertura e attenzione totale, ma cui non era stata dedicata una focalizzazione mirata: è il caso ad esempio dell’integrazione di persone con background migratorio e dell’inclusione sportiva di persone con disabilità.

 

Potenziamenti recenti

Quanto al rapporto tra sport e varietà multiculturale, va considerato anzitutto l’incremento delle borse sportive a favore dei minori con background migratorio, in particolare nel caso di difficoltà economiche o sociali: all’interno del centro sportivo di Cusago sono sempre più numerosi i ragazzi e le ragazze accolti a fare sport da tutto il territorio circostante, intendendo tutta la periferia Nord-Ovest di Milano e tutto il Corsichese fino all’Abbiatense. Questo è avvenuto grazie alla conferma di vari rapporti con realtà associative impegnate nella mediazione culturale e supporto all’accoglienza migratoria, nonché alla creazione di rapporti ulteriori. Case famiglia, centri educativi, Servizi di Accoglienza Integrazione, associazioni locali su base etnica: interlocutori attivi di RugBio, in progressiva crescita nel 2022-24, che consentono ai giovani migranti di accedere ad attività qualificate sul territorio e soprattutto a Cusago.

In questo quadro, l’impegno più massiccio è stato quello per un progetto di Sport e Integrazione con Sport e Salute, finalizzato all’integrazione attraverso lo sport di persone con background migratorio. Presso tutti gli spazi gestiti da RugBio, ovviamente a partire dal centro sportivo di Cusago che costituisce da sempre il fulcro di tutte le iniziative di coesione, sono stati sviluppate attività sportive e aggregative con oltre mille persone di provenienze molto varie, in decine di discipline sportive differenti, con corsi ed eventi sportivi, con laboratori di comunicazione dal basso, cultura green, mediazione culturale. Questo grande progetto è stato peraltro occasione per coordinare e coronare le iniziative comunque da sempre sviluppate dalla Polisportiva.

 

Sul piano dell’inclusione sportiva delle persone con disabilità, RugBio ha una storia ricca di collaborazioni: per esempio attraverso i momenti dedicati al wheelchair rugby nei quartieri milanesi e alla collaborazione diretta con le attività di mixed ability rugby. A partire dalle riaperture post Covid, la Polisportiva ha però varato un impegno sistematico per mettere a disposizione le proprie strutture ai soggetti già operanti nel settore e in cerca di occasioni di sport in aree attrezzate e opportunamente preparate. Inoltre ha creato circuiti di formazione per il proprio personale, ma anche per operatori del Terzo Settore e giovani all’interno di scuole e università, orientato a un incontro diretto e coinvolgente con la pratica sportiva delle diverse abilità.

Sono stati quindi realizzati presso il centro sportivo vari corsi di formazione dei formatori, diverse linee di offerta di attività sportiva nei centri, giornate di inclusione sportiva aperta a tutti per far sperimentare direttamente il modello di mixed ability sport che guida la pratica di RugBio.

Sono così nati i MultiAbility Day, ossia giornate aperte di pratica sportiva libera con discipline opportunamente adattate per coinvolgere soggetti con abilità molto diverse: dal baskin al tennis in carrozzina, dal wheelchair volley al wheelchair ultimate, dal calcio integrato al mixed ability rugby, dal footbike al disc golf, con tante esperienze in condizioni speciali.

Ma soprattutto è nata una piattaforma articolata (MAS – MultiAbiity Sport) che prevede la caratterizzazione dei centri sportivi come spazi inclusivi per soggetti con disabilità, non solo a livello di barriere architettoniche e attrezzature, ma soprattutto a livello di iniziative dedicate, preparazione delle persone, sintonia emotiva, motivazione all’inclusione sportiva di persone con disabilità.

In questo modo è stata avviata la formazione sul campo di giovanissimi e di professionisti, mescolando vocazione e competenze di normodotati e persone con disabilità. Attraverso i MultiAbility Day, la formula è stata promossa anche fuori dai centri sportivi RugBio (per esempio con manifestazioni realizzate per conto del Comune di Milano), ma Rugbiolandia – a Uboldo e soprattutto a Cusago – rimane l’ambito di riferimento in materia.

 

Il 2024 e la stagione sportiva che si apre a settembre sono i momenti della ripresa a pieno regime delle collaborazioni dirette con i soggetti non profit collegati a RugBio e con i gruppi informali del suo circuito.

Polisportiva Rugbio è del resto ormai un soggetto del mondo sportivo dilettantistico ampiamente riconosciuto per il suo approccio alle tematiche del sociale.

  • Ha sviluppato dal 2014 un’attenzione alle dinamiche educative che è andata ben oltre l’applicazione iniziale al mondo del rugby giovanile.
  • Oggi RugBio è soprattutto identificato come attore della gestione di luoghi dedicati allo sport in cui intercalare attività creative, inclusive, sempre sostenibili.
  • Appoggiandosi ai centri sportivi polifunzionali, collabora con Save the Children e i suoi Punti Luce, Farsi Prossimo Onlus, Mediafriends Onlus, Coesa, Ripari, Consorzio SiR, Anffas, Spazio Aperto Servizi, ARCI, ACLI, Lule onlus, L’Albero della Vita, AdV La Tribù e con decine di associazioni dell’Abbiatense, del Saronnese, di Milano e soprattutto del Corsichese.
  • RugBio ha ricevuto riconoscimenti per le attività sociali da Costruiamo il Futuro e dal CSI, da alcuni Municipi di Milano, nonché dalla Federazione Italiana Rugby.
  • Progetti e iniziative targati RugBio hanno ottenuto sostegni finanziati da – tra gli altri – Regione Lombardia, Comune di Milano, Fondazione Cariplo, Fondazione Comunità Milano, Fondazione Ticino Olona, Fondazione Varesotto, Fondazione Costruiamo il Futuro, Sport e Salute.

 

A partire dall’autunno 2024, ripartiranno con più energia anche vari laboratori territoriali, anzitutto nei quartieri di Baggio e Quarto Oggiaro, sempre attraverso l’ottica per cui si garantiscono qualità e completezza esperienziale ai minori delle periferie attraverso il riferimento all’impianto polifunzionale di Cusago.

Questo implica la necessità urgente di proseguire nel percorso intrapreso da RugBio per la qualificazione della struttura. Da quando la Polisportiva ha iniziato a gestire il Centro Sportivo di Cusago nel settembre 2016, l’impegno di riqualificazione avviato già nel primo anno si è ulteriormente sviluppato, mettendo capo a una ristrutturazione profonda negli impianti:

  • completando il rifacimento di tre centrali termiche,
  • rifacendo integralmente tutta la dotazione per il tennis (campi, spogliatoi, coperture pressostatiche, illuminazione, accessori, termoventilazione),
  • installando soluzioni di efficienza energetica e domotica,
  • ripristinando le superfici ammalorate dei campi da calcio (nel frattempo attrezzati anche per il rugby),
  • denunciando allacciamenti abusivi di gas e acqua (subendo pure la ritorsione di ignoti che nel 2017 hanno appiccato il fuoco al Palazzetto appena consegnato).

RugBio sta inoltre ulteriormente incrementando il rapporto di cooperazione nel territorio corsichese con diverse realtà attive nell’ambito dell’inclusione sociale, oltre a collaborare con autorità locali, istituti scolastici, oratori e realtà della cooperazione.

 

In questo quadro si colloca la nuova proposta del PROGETTO COLLEGE, ideato in realtà nel 2019 e sospeso a causa della crisi da Covid -19 e dagli strascichi conseguenti. Si tratta di una proposta di sport e di sostegno scolastico rivolto a ragazzi e ragazze tesserati in RugBio, con età dai 10 ai 15 anni, legata alla frequenza di scuola media primaria e primo biennio della secondaria. Questa è la fascia anagrafica maggiormente segnata dal sempre più dilagante drop out sportivo. In sostanza, nel pomeriggio chi partecipa può usufruire di sostegno scolastico per materie umanistiche e scientifiche, per poi dedicarsi all’allenamento in vari sport (preparazione atletica, calcio e rugby), con eventuale convocazione a seguire nelle partite del week end.

Supporti logistici (armadietti dedicati e simili), ma soprattutto educatori diplomati e laureandi in numerose materie sono la base che garantisce qualità e fattibilità all’impresa.

Progetto College punta a sostenere i giovani atleti e a seguirli nella crescita umana e civile, evitando la dispersione dell’attenzione, l’abbandono educativo, nello sforzo non impossibile di coniugare lo sport e la scuola.

Come per molte attività RugBio, i costi sono contenuti per tenere bassa la soglia di accessibilità, e comunque possono essere abbattuti completamente (ove necessario) tramite il ricorso al Fondo “RugBio per il Sociale”.

 

Con la stagione sportiva 2024-25 prende il via un’attività di formazione e attivazione personale, che ha una focalizzazione pratica nel progetto TRAIN THE BRAIN. Si tratta di un ciclo di iniziative per la salute integrale di mente e corpo che verrà presentato a Rugbiolandia nell’autunno 2024. In estrema sintesi, è un programma di attività motoria dolce costruito su misura, finalizzato al contenimento dell’invecchiamento neurologico e quindi alla prevenzione delle patologie degenerative connesse all’età (a partire dall’Alzheimer). L’approccio di RugBio in materia si colloca in un più ampio quadro di attenzione al rapporto tra benessere cerebrale ed abitudini alimentari, motorie, comportamentali, sulla scorta degli studi di Franco Berrino e Michela Matteoli. Quest’ultima (attuale Direttore del programma di Neuroscienze presso l’Istituto Clinico Humanitas) è invitata a collaborare sia alla progettazione del programma di educazione motoria, sia alla divulgazione su tematiche quali:

  • l’importanza della attività motoria e della relazione per persone affette da sinapsopatie
  • lo sport come fondamentale per i processi di apprendimento nei giovani e negli adolescenti e mai antagonista al mondo più classico della scuola
  • la formula Train the Brain
  • i danni di alcool, stupefacenti e cattiva alimentazione anche da un punto di vista neurologico

 

FOCUS TEMATICI

Formare i formatori

lA PRESA INCARICO INTEGRALE DEI GIOVANI ATLETI

Fin dagli esordi nell’ambito rugbistico, RugBio non ha mai assecondato la retorica secondo cui il rugby funzionerebbe di per sé, semplicemente perché sarebbe “differente dagli altri sport”. Benché il rugby sia stato un terreno intrinsecamente favorevole alla promozione della sostenibilità attraverso l’educazione dei minori, ciò che conta sono le pratiche effettive con cui tali potenzialità vengono messe in atto. Non a caso, fin dagli esordi la novità dell’approccio di RugBio ha causato una serie di processi di differenziazione da squadre e associazioni non altrettanto focalizzate sull’educazione alla sostenibilità tramite lo sport. La stessa dinamica si è verificata successivamente con l’impegno in altre discipline (calcio, tennis ecc.).

Nel caso della palla ovale, si è puntato a un approccio psicomotorio capace di mettere al centro il gioco come relazione tra gli interpreti, nel quadro di uno sport semplice che stimola capacità motoria, affettiva e intellettiva di ogni bambino, per completare la crescita intervenendo su abilità ancora non emancipate. In discipline più complesse, gli step vanno ovviamente adattati, ma il percorso mira alla stessa integralità esperienziale e apertura di identità.

RugBio valorizza il gioco, la ricreazione, la creatività, molto prima della dimensione dell’atleta sul campo da gioco. Rinnova la disciplina attraverso i suoi attori in gioco (bambini, educatori, genitori), si connota per la qualità dell’intervento formativo che tende ad evitare “drop out” sportivo causato da insuccesso (mancanza di cultura sportiva) o monotonia (ridondanza dello schema di training), promuovendo motricità, cooperazione e creatività con la qualità degli eventi che puntano alla multidisciplinarietà sportiva per minori ed azioni culturali e distribuzione di valori a partire dal gioco.

 

A monte della pratica di allenamento, accompagnamento, gioco, si è sviluppato nel tempo un programma di training multilivello dei formatori, che non li concepisce né solo né tanto come allenatori o physical trainer ma come educatori tout court. Il modello in questione è stato elaborato nel suo primo nucleo da Alessandro Acito, fondatore di RugBio, che inizialmente lo ha battezzato “Ludorugby”.

Nei progetti che si basano su questo modello, l’educatore viene formato (e certificato) almeno nei seguenti aspetti:

  • Principi di nutrizionismo ed educazione alimentare dei bambini;
  • Principi di psicomotricità;
  • Strumenti per la mediazione culturale;
  • Principi di traumatologia e primo soccorso;
  • Percorsi di animazione e ludoterapia;
  • PNL, collaborazione e gestione dei conflitti e del disagio;
  • Management sportivo e fundraising.

Un’erogazione di un percorso formativo certificante che restituisca all’attività sportiva educatori/formatori effettivamente qualificati nella preparazione di atleti, ma soprattutto preparati a vivere le problematiche della partecipazione e a restituire ad associazioni e strutture soluzioni che permettano di aggiornare progetti di educazione sportiva giovanile per renderli inclusivi, con nuova capacità di rinnovamento e innovazione, attenti allo sviluppo emotivo e fisico dei bambini più che alle ansie da prestazione e pronti a scovare nell’interculturalità nuove risorse con cui arricchire e diversificare il bagaglio del gioco per amalgamare un maggior numero di piccoli sportivi.

 

Adottato da UISP come modello di riferimento nazionale per la formazione rugbistica, Ludorugby è stato peraltro solo una prima guida per un’evoluzione costante della competenza formativa che ha coinvolto costantemente tutto lo staff e i referenti adulti di RugBio.

Il target più prossimo di questo percorso è infatti quello interno, ossia ovviamente i tecnici e dirigenti di RugBio, ma anche i giovani atleti e le famiglie: per i giovani atleti di tutte le discipline è del resto sempre incoraggiata la prospettiva di una crescita progressiva verso la responsabilità di futuro educatore sportivo e, eventualmente, di professionista del settore; ai familiari si offrono variegate opportunità di partecipazione ai processi inclusivi della pratica sportiva e – più in generale – di utilizzo dello sport come occasione per imparare meglio a gestire la responsabilità adulta.

 

pratica sul campo E RUOLO EDUCATIVO

Non ha senso enumerare tutte le iniziative specifiche, ma alcune tappe hanno valore esemplare.

Sul finire del 2017, col pedagogista Christian Sarno è stato avviato il progetto “Ma che adulti siamo”, con gruppi di riflessione pratica sulle modalità concrete dell’erogazione della responsabilità dell’educatore, rivolto soprattutto ai genitori, ma aperto a tutti i responsabili educativi impegnati sul campo.

In diverse occasioni, i genitori sono stati coinvolti in dibattiti su temi scottanti dell’educazione contemporanea. Significativo in particolare l’approfondimento di Daniele Brattoli nel 2017 sul fenomeno emergente degli Hikikomori, ossia sull’autosegregazione adolescenziale, parzialmente collegata anche alle nuove tecnologie.

In riferimento allo sport, non ci si è limitati ovviamente al rugby come disciplina formativa. Ad esempio, nel 2019 Daniele Tacchini (allenatore di calcio UEFA A, con decenni di carriera e docente ufficiale per il C.S.I., autore di numerose pubblicazioni sull’allenamento giovanile) ha sviluppato con le famiglie e lo staff di RugBio preziosi interventi sul calcio educativo e sulla valorizzazione delle nuove tecnologie comunicative nella relazione coi ragazzi.

Nel 2021 l’autorevole trainer ed esperto di coaching Francesco Fornaro ha tenuto presso il centro sportivo di Cusago corsi di mental coaching, focalizzati sull’allenamento mentale nello sport, rivolti sia agli operatori RugBio sia a una vasta platea di interessati, provenienti da vari ambiti (non solo sportivi).

Nel 2022 si è consolidato il rapporto con Sergio Zorzi, ex campione italiano di rugby convocato anche in nazionale, poi allenatore in serie A e per la nazionale Under 18, infine divenuto il principale interprete di un insegnamento esperienziale e vitale del gioco come fondamento dell’addestramento tecnico. Per due anni, Zorzi – spesso con l’illustre supporto del campione del mondo di rugby Craig Green – è stato periodicamente sui campi di RugBio ad affiancare gli educatori, e ha condotto numerose sessioni formative ad hoc aperte a tutti gli adulti di riferimento. In rapporto con la sua realtà professionale (Akkademia SZ13), RugBio ha lanciato anche il Progetto Akkademia, con borse di sostegno all’attività sportiva e un programma di formazione costante per i bambini, le bambine, le ragazze e i ragazzi. A tale progetto e approccio è stato poi dedicato anche un grande torneo nazionale di rugby giovanile (il Torneo Akkademia, appunto), con adesioni massicce da tutta Italia.

 

In questo quadro si collocano significativi appuntamenti interni al circuito RugBio: oltre al premio all’Atleta dell’anno (selezionato non solo per i meriti tecnici e i risultati agonistici, ma soprattutto per la qualità umana messa in campo), la Polisportiva assegna da sempre il premio “Educatore dell’anno”, aperto anche ai formatori sportivi esterni a RugBio, ritenuti esemplari per la forza inclusiva del loro lavoro.

FORMARE ALL’AUTONOMIA

Nell’ambito della formazione alla responsabilità possono collocarsi anche alcuni dei tanti interventi di RugBio sulla libertà di pensiero e indipendenza di giudizio, con l’invito operativo alla formazione sistematica di punti di vista realmente personali e consapevoli.

In questa direzione contano in modo paradigmatico le pratiche di scambio diretto tra culture differenti, attraverso tanti laboratori spontanei di incontro: per esempio attraverso il terzo tempo con proposte dal mondo, oppure con l’Ethnical Food Delivery durante i lockdown, o i motti di squadra sempre positivi e in tante lingue, così come i calendari annuali in varie lingue.

Lo stesso senso hanno – con ovvie distinzioni e con finalità immediate diverse – i cicli di informazione sanitaria in materia di Covid -19, con tanto di allestimento di filiere di fornitura dal basso di presidi sanitari individuali, appuntamenti di screening con la varie soluzioni della diagnostica dell’epoca, l’approntamento di formule di sport ed educazione all’aperto.

In questo senso contano anche le iniziative più recenti di promozione del PENSIERO LIBERO, attraverso un circuito di eventi presso i centri sportivi di Cusago e Uboldo e in altre sedi collegate a RugBio, curato da Alessandro Acito in collaborazione con l’APS Libero Laboratorio: si tratta di eventi che danno spazio a voci indipendenti di eccezionale valore, spesso dissonanti rispetto al pensiero dominante e alla comunicazione di massa. Tra gli appuntamenti già realizzati: due mostre Greetins from Gaza, un genocidio negato (con scatti di Zaanouni Mohammadi, fotografo palestinese del collettivo ActiveStills che documenta l’orrore del massacro nella striscia di Gaza); una serata conviviale con l’autorevole filosofo indipendente Diego Fusaro, fortemente critico sull’allineamento diffuso ai modelli imperialisti del campitale contemporaneo e al ruolo della NATO; lo spettacolo Carta Bianca – Palestina di Moni Ovadia, campione artistico della cultura della Diaspora ebraica eppure fieramente contrario all’imperialismo sfrenato dell’Israele odierno).

In tutti questi casi, non si tratta certo di attività formativa in senso stretto, bensì di invito a non interrompere mai la coltivazione della propria responsabilità sul presente, e sul futuro tramite le nuove generazioni.

 

 

 


soSTENIBILITà AMBIENTALE

Territori sostenibili: Terzo Tempo a KM 0 e pratiche dal basso

RugBio è sostenibilità a 360°: quella ambientale costituisce un capitolo assolutamente fondametale.

Del resto, una delle strategie di intervento sul territorio utilizzate da RugBio a fini di inclusione sociale e identificazione comunitaria consiste nello sviluppo e condivisione di attività capaci di proporre in modo sostenibile le risorse del territorio medesimo.

Agli esordi, la strategia si è imperniata sull’interpretazione sostenibile del rituale tipicamente rugbistico del cosiddetto terzo tempo, ossia la fase, concepita come integralmente facente parte della partita, successiva alla conclusione dei due tempi regolamentari: in essa, i giocatori, gli staff e i sostenitori delle due squadre rivali si ritrovano a festeggiare insieme, in pieno spirito sportivo.

Si tratta di una delle caratteristiche che fanno del rugby uno dei migliori sport per la promozione di sostenibilità a tutti livelli (e per RugBio un modello per l’interpretazione degli altri sport): infatti, attraverso il terzo tempo si può incidere direttamente sulla qualificazione del tempo libero, sul dialogo tra diversità più o meno oggettive (a partire da quella tra rivali sportivi, per arrivare senza troppe metafore a quella tra rivali sul territorio), sulla promozione di prodotti e filiere locali (quindi con diretto vantaggio del territorio stesso e con valorizzazione del concetto di filiera corta e km zero), sulla possibilità di inventarsi la qualità del proprio svago a prescindere dalle proposte che arrivano dall’alto.

Nell’approccio “alla RugBio” non si tratta semplicemente di festeggiare, ma di scegliere prodotti sani, di provenienza normalmente locale, possibilmente con elevata qualità di produzione, in ogni caso sempre coinvolgendo nella preparazione e distribuzione anche le squadre stesse e la gente del posto.

In questo modo il terzo tempo diventa un sano rituale di promozione sostenibile dal basso, facilmente accompagnato a momenti di approfondimento tematico di carattere formativo: per esempio, sessioni di illustrazione dei principi alimentari sani per l’infanzia e non, ma anche momenti di pianificazione collettiva della rigenerazione del territorio che si abita.

In quest’ultimo senso va intesa l’altra linea di intervento di promozione della sostenibilità locale come strumento di aggregazione consapevole e apertura di nuove prospettive di inclusione. Un esempio già realizzato nei primi anni ad Abbiategrasso può dare concretamente idea di ciò: nei momenti di ritrovo dopo le partite, il gruppo di genitori e operatori collegati all’oratorio Sacro Cuore di Abbiategrasso ha sottolineato la necessità di aprire in maniera più qualificata gli spazi anche nelle ore serali, per consentire a tutti di fruire meglio delle opportunità sportive e aggregative. Il problema stava soprattutto nell’assenza di un impianto di illuminazione adeguato: coinvolgendo anche le squadre di altre discipline sportive e altri frequentatori dello spazio, è stata creata una pattuglia progettuale e operativa, capace di realizzare in breve tempo un’attività di Fundraising, esplorazione tecnologica scenario internazionale, approvvigionamento qualificato di materiali, installazione loco e certificazione del primo impianto a LED per impianto sportivo. Il tutto senza finanziamenti dall’alto, con l’azione diretta delle famiglie e degli abitanti, nonché ovviamente con elevato successo in termini di messa disposizione della risorsa logistica e di riqualificazione impiantistica generale.

 

Questo approccio caratterizza strategicamente RugBio in ogni sua azione di relazione sul territorio: nessuna ricetta di sostenibilità preconfezionata, nemmeno dove ne sia evidente il vantaggio. E, al contrario, una serie di proposte e disponibilità, aperte all’interazione con le soggettività operanti in loco e pronte a tradursi in pratiche diverse a seconda delle consapevolezze e delle effettive necessità delle popolazioni interessate.

Si tratta insomma di sostenibilità fatta su misura di coloro che hanno bisogno di sostegno e che sostegno possono erogare: soggetti di varia natura ed estrazione, che attraverso lo sport si misurano direttamente con la realtà del loro territorio, in maniera collaborativa, scoprendo molti più punti di contatto e interesse condiviso di quanti normalmente le barriere sociali consentano di identificare.

Tutto questo avviene, quasi miracolosamente, lasciando giocare i bambini.

 

Ad Abbiategrasso e Quarto Oggiaro, poi dal 2016 a Cusago e dal 2018 a Uboldo, l’operazione è stata sviluppata in maniera sufficientemente ampia da mettere capo a risultati molto significativi, in termini di numero di eventi sociali effettivamente realizzati, di intervento impiantistico, di numero di contributi formativi erogati. In molti altri territori RugBio realizza però singoli episodi di queste attività: tra gli altri, Rosate, Albairate, Ozzero, Cassinetta di Lugagnano, Besate, quartiere Bovisa, quartiere Barona, quartiere Isola, quartiere Baggio.

 

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